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Mosche in stalla: la soluzione per prevenire i rischi e lo stress animale

Da inizio anno numerose aziende zootecniche hanno accolto i protocolli operativi elaborati da Newpharm per il controllo delle mosche in stalla, senza attendere inutilmente i picchi di caldo estivi in cui la loro proliferazione, raggiunti livelli intollerabili, può costituire più di un problema sia per il benessere animale che per la redditività aziendale.
Sostenendo le procedure proposte da Newpharm e tessute “su misura” per l’allevatore e “a prova di
efficacia”, il benessere degli animali diventerà effettivamente tangibile mentre le condizioni igieniche non solo del complesso aziendale ma dell’intero circondario non possono che migliorare. Risultato? Un
tornaconto generale positivo.
Sempre più allevatori si sono resi conto di quanto sia importante agire in prevenzione, neutralizzando le mosche già dalla primavera ed evitando così numeri da capogiro negli ambienti di stabulazione durante i mesi più caldi.
In un lavoro di un noto entomologo italiano, illustre cattedra dell’Università di Milano, si stima che una sola coppia di mosche in sole 8 generazioni (quindi in un tempo di circa 2 mesi) e in assenza di ostilità, andrà a generare 674 mila miliardi di adulti! Quante coppie di mosche ci saranno in stalla?!
Oltre che alla sostanza organica le mosche sono indissolubilmente legate alla temperatura. Agire per tempo significa anche non contrapporre eccessive risorse ed energie per fronteggiare le mosche adulte divenute in un numero inaccettabile nelle settimane più torride dell’estate, a favore di programmi di demuscazione più snelli, completi e alla portata di tutti.

La neutralizzazione
Intercettare le mosche prima che queste diventino, per numero, una seria minaccia alla biosicurezza
aziendale è una procedura costituita da più interventi aventi tutti lo scopo di agire sugli stadi di sviluppo vulnerabili della mosca.
Com’è risaputo, le mosche sono insetti cosiddetti olometaboli e biologicamente transitano dallo stadio di uovo deposto dalla femmina adulta nella materia organica fermentante a tre differenti stadi di larva e uno stadio di pupa prima dell’ultima delicata metamorfosi che condurrà ad un nuovo adulto.

Uova di Mosca domestica su lettiera asciutta.
Figura 1: Uova verosimilmente di Mosca domestica depositate su lettiera particolarmente asciutta.

Va da sé che le azioni “moschicide”, visti i numerosi passaggi fisiologici che incombono sull’insetto, avranno obiettivi distinti. Le mire dovrebbero sempre essere rivolte alle larve e, a guisa di piramide, successivamente alle pupe e infine agli adulti. Ciò sottende a una cruda realtà: operare solo sugli adulti di mosca svolazzanti in corsia di alimentazione rischia di essere un fragoroso insuccesso – quantomeno temporale – nonché particolarmente dispendioso.
La popolazione di mosche va quindi pensata su un modello piramidale con frequenze assolute discendenti man mano che ci si avvicina all’apice dove si collocano gli adulti. Alla base, va detto, ci sarebbero le uova ma ben conosciamo la resistenza concessa loro da “madre natura” sebbene il vero motivo per cui si sottraggono alla lotta sia legato al loro immobilismo. Pertanto, si rammenta, l’importanza di agire contro le larve è il primo e imprescindibile punto fermo di qualunque programma di demuscazione. Senza interventi rivolti alle larve brulicanti nelle lettiere o comunque nelle deiezioni semi-solide degli animali sarà impossibile disquisire sull’importante tematica della prevenzione.

Lettiera o grigliati, non fa differenza
Non sono radi i timori e le preoccupazioni degli allevatori in risposta all’invito a intervenire con i larvicidi nei sistemi di allevamento su grigliato. In realtà non ci sono differenze sostanziali nella gestione delle larve tra allevamento su lettiera permanente e su grigliato. Certamente nessuna sul ciclo di sviluppo delle mosche, mentre sulle modalità applicative dei larvicidi qualche precisazione è necessaria.
Partiamo dall’assoluto dogma che le larve delle mosche, in tutti e tre gli stadi di sviluppo identificati con le sigle L1, L2 e L3, sono strettamente legati alla sostanza organica. Ulteriori precisazioni dovrebbero considerare la specie infestante, visto che nei sistemi zootecnici non è presente solamente la “classica” mosca domestica (Musca domestica Linnaeus 1758). Tuttavia, per non complicare inutilmente la lettura, s’invitano i lettori a prendere visione degli altri articoli precedentemente pubblicati nella rubrica “neutralizzale”.
Nella sostanza organica quindi, o meglio, negli escrementi solidi o nella fibra in decomposizione, le larve trovano le condizioni necessarie per il proseguo nello sviluppo fisio-anatomico. Incorporando il larvicida a queste isole organiche il regolare processo di sviluppo delle larve verrà interrotto rapidamente senza incontrare le difficoltà operative dovute agli interventi frequenti contro gli insetti adulti, provvisti di ali e quindi in grado di sfuggire durante i trattamenti.

Dove applicare il larvicida
Nei sistemi di allevamento su grigliato i cumuli organici che vengono ad accumularsi sotto i diversi cancelli di separazione oppure lungo i muretti che delimitano la mangiatoia, o ancora altri giacigli organici perimetrali che non scendono nelle fosse sottostanti e non soggetti al calpestio (e quindi potenzialmente fermentanti) saranno soggetti a trattamento con larvicidi proprio come si consiglia sulle lettiere permanenti.
In questa puntata della rubrica “neutralizzale” andremo a rispondere alle più frequenti domande poste da allevatori, veterinari e altri utenti che per diletto o professione combattono quotidianamente con le
mosche.

immagine dello sviluppo di larve e pupe. Foto scattata in una vitellaia con lettiera a paglia.

Maggior dispendio di larvicida su grigliato?
In realtà i dosaggi previsti sulle pavimentazioni a grigliato non differiscono dai quantitativi da destinare alle lettiere permanenti. Anzi. È logico che nelle fosse di accumulo sotto i grigliati qualora non venga a formarsi il cosiddetto “crostone” o “cappello” non ci sono le condizioni stabili per una proliferazione delle larve, mentre sulle travi di sostegno della pavimentazione, si consiglia l’intervento con larvicida diluito in acqua per via della compattezza. Viceversa, sui bacini organici sopra descritti, si può operare anche con larvicida applicato tale e quale in forma granulare.

Impiego del larvicida in granuli?
In presenza di crostone nelle fosse, si consiglia di intervenire su tutta l’area del box con larvicida in forma granulare. I granuli, impiegabili in presenza di animali, con il movimento dei soggetti giungeranno sulla sostanza organica sottostante interrompendo i ritmi di sviluppo delle larve. L’efficacia del prodotto eventualmente diluito non diminuisce se rispettate le dosi previste dall’etichetta.
Non vi sarà spreco di prodotto quindi, in qualunque sistema di conduzione dell’allevamento.

I bacini di letame esterni?
I letamai, specie se a cumulo, dovranno essere opportunamente gestiti. Le attenzioni circa la tematica delle mosche nelle aree di compostaggio non dovranno essere esclusive né tantomeno va trascurata l’esistenza dell’effettivo problema. Gli allevatori, valutando l’estensione dei loro bacini di accumulo sono sempre restii o quantomeno perplessi nell’affrontare la lotta larvicida; tuttavia, va ricordato loro che fino a quando il letame non sarà maturo (almeno un anno di permanenza in cumulo), i processi fermentativi e le condizioni favorevoli di temperatura e umidità richiameranno costantemente le mosche. Negli anni si è visto come nei classici cumuli a piramide, le aree maggiormente colonizzate dalle larve risultano essere quelle marginali.
Questo probabilmente è dovuto alla temperatura inferiore rispetto al nocciolo del cumulo e quindi più
adeguata alla vita delle stesse. Tale notizia dovrebbe rassicurare gli operatori che non dovranno disperdere o applicare il larvicida su tutta l’estensione del letamaio bensì ancora una volta, nelle zone perimetrali. Un secondo aspetto è dovuto alla metamorfosi verso lo stadio di pupa: condizione che necessita un ambiente asciutto e che spesso si viene appunto a riscontrare a livello del suolo.

Vasca e pre-vasca letame: come intervenire?
Le pre-vasche esterne raccolgono deiezioni fresche, pertanto difficilmente potranno ospitare larve di
mosche. La freschezza delle deiezioni le sottrae quantomeno in primissima istanza dal processo
fermentativo e il continuo accumulo giornaliero in arrivo dalla stalla tramite i raschiatori, evita formazione di crosta superficiale. Le vasche, viceversa, andranno valutate caso per caso, anche attraverso prelievi fisici a scopo di monitoraggio. Più “cappello” si viene a formare, nella stragrande maggioranza dei casi, più larve saranno presenti nei primissimi

Larve di mosca e di Eristalix tenax su vasca letame. Le larve “con la coda” conosciute anche come “rat-tailed maggot”, a differenza delle larve di mosca, si muovono abilmente anche su liquame. 

Se allevo su grigliato dovrò impiegare più adulticidi?
Altra frequente domanda. Impiegando correttamente il larvicida al suolo rispettando frequenza e dosaggi, non sono necessarie imprese titaniche per tener a bada gli adulti. Le mosche adulte che poggiano sulle superfici possono venire eliminate attraverso l’impiego dei moschicidi a base della sostanza attiva Azamethiphos, l’unica sul mercato dei moschicidi a poter essere impiegata in presenza dei soggetti allevati senza timori per la loro incolumità.
Le modalità applicative dei principale moschicidi a base di Azamethiphos, sono due: la prima prevede la diluizione del prodotto in acqua per applicazioni su superfici metalliche, plastiche, pannelli sandwich o preferibilmente superfici non assorbenti in genere, mentre la seconda prevede la realizzazione di un gel piuttosto denso addizionando mezzo litro d’acqua a un chilo di prodotto per applicazioni “a pennello” sulle medesime superfici oppure sui classici pannelli gialli che risultano pure attrattivi.

gamma di trappole ecologiche per la cattura di mosche e mosconi flyrex by newpharm

Le trappole di cattura degli adulti
Le trappole per la cattura di massa delle mosche adulte hanno il pregio di essere ecologiche e quindi
estendibili anche alle filiere ed agli allevamenti biologici. Come adescante, Newpharm propone un’ esca attrattiva biocida, un prodotto commercialmente solido e trasparente nella composizione. All’interno dell’esca Flyrex NEW non è contenuta alcuna sostanza attiva insetticida ma solo attrattivi alimentari che in miscela all’acqua richiamano gli adulti da notevole distanza all’interno di trappole monouso oppure riutilizzabili.
I benefici dell’esca Flyrex NEW non finiscono qui. Essa è in grado di richiamare tutte le principali specie di mosca che assediano gli allevamenti zootecnici e pure i fastidiosi mosconi della carne. Per questo le
trappole si prestano a proteggere anche l’industria alimentare dall’invasione delle mosche adulte.

Rimanendo “rigorosamente biologici”?
In natura vi sono predatori naturali delle mosche. Essi parassitano le pupe o meglio, riconoscono il pupario delle stesse, ovvero quell’involucro dove all’interno la pupa si presta a compiere l’ultima metamorfosi. Ipupari si trovano sempre al suolo, nelle zone marginali più asciutte e non molto lontane dalle larve. Quanto ai predatori, si tratta di insetti Imenotteri molto diffusi in natura e quindi “concentrabili” all’interno dell’ambiente stalla per gli scopi di demuscazione. Tali insetti predatori sono piccolissimi, forse meno di un moscerino e a differenza di questi ultimi, non volano preferendo non perdere tempo ricercando i pupari tra la sostanza organica.
Per instaurare una solida popolazione di insetti predatori è indispensabile rilasciarli direttamente nelle
lettiere o a margine dei grigliati già da inizio primavera. Essi giungono da insettari specializzati direttamente in azienda tramite corriere espresso e sarà sufficiente aprire la busta e rilasciarli secondo le indicazioni emesse degli esperti della biosicurezza Newpharm.


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